mercoledì 8 luglio 2009

Ferrovie, in 75 rischiano lo stipendio

Settantacinque lavoratori del settore ferroviario degli appalti (materiale rotabile) a rischio dello stipendio di giugno.
Si tratta di dipendenti della zona di Foligno della ditta Mazzoni Ambiente.
Quindici di loro lavorano all'interno dello scalo ferroviario cittadino e si occupano, in particolare, di pulizia dei treni, mentre i rimanenti 60 sono in forza all'interno delle ex Ogr con mansioni di pulizie da un lato e smontaggio carrelli dei treni dall'altro.
Da pochi giorni i lavoratori hanno ricevuto una lettera, proveniente da Roma, dove la Mazzoni ha sede, in cui la stessa ditta informa i lavoratori che essi non riceveranno.
Il problema risale a giugno quando la società Fercredit Spa, società del gruppo Fs che fornisce servizi finanziari di diverso genere, ha esercitato il diritto di recesso riguardo gli anticipi delle fatture cedute relative i compensi per prestazioni eseguite in favore di Trenitalia Spa (cliente della Mazzoni).
Insomma c'è una vicenda che riguarda Fercredit e Trenitalia, approdata addirittura al Consiglio di Stato, e che, materialmente, ricade in capo ai lavoratori della Mazzoni che rischiano di non vedersi corrisposto lo stipendio di giugno (in pagamento per il 10 luglio) e la quattordicesima mensilità(in pagamento il 27 luglio).
La Mazzoni, in sostanza, ha inteso spiegare ai propri dipendenti che il mancato pagamento delle somme, se la vicenda non dovesse trovare la soluzione attesa, non è di sua responsabilità i lavoratori in forza a Foligno, però, hanno a cuore lo stipendio prescindere dal perché lo per eventuale responsabilità di chi le somme loro spettanti non vengono corrisposte.
I 15 della stazione ed i 60 delle ex Ogr sono lavoratori che, come moltissimi altri, contano sulla "mesata", sia perchè sono giovani che hanno messo su da poco famiglia, sia perché hanno un mutuo e bollette varie da pagare a prescindere dalla loro età, sia perché molti di loro hanno questi soldi come unica entrata economica.
La rabbia è molta ed anche lo sconforto stàiniziando a prendere piede.
"Se entro il 15 luglio - spiega uno dei dipendenti della Mazzoni - non ci dovesse essere soluzione verremo a lavorare ma incroceremo le braccia.
I treni sporchi saranno il miglior segnale del nostro disagio.
Non parliamo poi per ciò che potrebbe accadere alle ex Ogr dove se si dovessero fermare i nostri colleghi, soprattutto quelli addetti allo smontaggio dei carrelli, rischierebbe seriamente lo stop l'intero stabilimento ferroviario."
Una situazione allarmante che sta creando non poche preoccupazioni tra le maestranze della Mazzoni. [...]

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