martedì 22 settembre 2009

La fiera tradizionale di S. Michele a Gualdo Tadino

Gualdo Tadino si immerge totalmente da oggi nel clima dei "Giochi de le Porte" che avranno inizio nel pomeriggio di venerdì (sfilata vivandieri) e si concluderanno domenica 27 con le gare per la disputa del palio di San Michele Arcangelo.
La grande kermesse medioevale è stata preceduta da una interessante iniziativa culturale tesa a riscoprire le radici della festa nel cuore del '400. Presso la Rocca Flea è stato presentato il volume del ricercatore e storico locale Sergio Ponti "Le antiche Fiere di San Michele Arcangelo a Gualdo Tadino: aspetti generali e normative".
Il libro è il secondo dei quattro previsti (gli altri saranno pubblicati nei prossimi due anni) e la sua presentazione ha fornito l'input per una riflessione approfondita sul significato storico della festa e la sua proiezione nel futuro. Le origini dei Giochi sono, infatti, strettamente legati alla fiera di San Michele Arcangelo (che aveva una doppia edizione in maggio e settembre), momento di aggregazione commerciale e di divertimento (anche con la disputa del palio). Da tre anni a Gualdo viene riproposta una analoga iniziativa nella prima domenica di ottobre e di maggio con la fiera "Tra le fonti di Gualdo". Il vicesindaco Sandra Monacelli, delegata alla gestione della cultura, nel suo intervento alla presentazione del libro ha anticipato una sua linea di indirizzo ben precisa: «Sarebbe opportuno ritornare alle origini, intitolando queste fiera a San Michele Arcangelo».
Ma il ritorno all'antico, secondo la Monacelli, non deve esaurirsi con il cambiamento del nome. Oggi si vedono esposte sulle bancarelle troppe cineserie. Non deve essere questo l'obiettivo della fiera. Bisogna recuperare quanto prima (non dalla prossima edizione del 4 ottobre, perché non c'è tempo, ma da quella della primavera 2010) la sua vocazione più autentica finalizzata alla valorizzazione dei prodotti locali. Un impegno sottoscritto anche dal presidente della Provincia Marco Guasticchi. L'Ente non ha soldi ed ha fatto della promozione del territorio la sua vocazione primaria.

di Riccardo Serroni
Il Messaggero 21 settembre 2009

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