Monitoraggi guidati dall'ingegnere incaricato dall'ente provinciale, Gianluca Paggi, che mirano ad impedire ciò che nel dicembre scorso provocò l'incredibile moria di pesci, dovuta al prosciugamento del fiume. Gli interventi effettuati nella mattinata di ieri, presso le centraline idroelettriche posizionate lungo il percorso fluviale, si propongono di garantire il flusso minimo di sopravvivenza del fiume attraverso la limitazione d'attingimento dei convertitori di energia. Sul posto erano presenti anche Giampaolo Azzarelli e Giuseppino Angeli, dell'Arcipesca. Sei le postazioni che sono state sottoposte a controllo: due a Rasiglia, le altre nelle località di Scopoli, Serrone, Pale e nella chiusa di deviazione presso la frazione di Casenove. Centrali che risalgono agli anni '30 dello scorso secolo, e che da allora attraverso concessioni pubbliche, vengono date in gestione a privati che a loro volta rivendono l'energia ottenuta all'Enel.
"Si tratta di ordinari controlli", come ha sostenuto lo stesso Paggi, se non fosse che ciò che viene alla luce osservando il fiume è una situazione tutt'altro che confortante, non di certo per il livello dell'acqua, ma per il cospicuo inquinamento del fiume, visibilmente danneggiato anche solo osservandolo ad occhio nudo.
Acqua bianca e a tratti rossa, che di certo non è prodotto spontaneo e naturale del letto del fiume. Tutt'altro: probabilmente, fonte degli scarichi dei cantieri per la costruzione del nuovo tratto della Statale 77, come ha detto l'Arcipesca.
Giuseppino Angeli ha mostrato due fra i luoghi più nevralgici in cui l'inquinamento delle acque sembra imperversare in maniera dirompente: il primo presso la centrale di deviazione di Casenove, e più a valle presso Scopoli. Qui la situazione sembra più critica: infatti, da un piccolo ruscello che nasce da una sorgente attualmente interessata dagli scavi delle gallerie, scende in maniera continua acqua mista a varia fanghiglia di colore rosso, che si va a gettare direttamente sul fiume, danneggiando ulteriormente il quadro."
La situazione continua ad essere critica - conclude Angeli -, senza pensare che nemmeno un mese fa avevamo trapiantato nelle acque trote e avanotti al fine di ripopolare il fiume. Un provvedimento del tutto inutile. A qualsiasi tipo di pesce sarebbe impossibile sopravvivere in una situazione del genere".
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