mercoledì 16 maggio 2012

Scoperte due necropoli e un santuario presso Colfiorito

Una sensazionale scoperta è stata fatta in questi giorni nell'area di Colfiorito, zona della palude, a confine con le Marche. Nell'area dei lavori della nuova statale 77 Val di Chienti, sono venuti alla luce dei reperti appartenenti, presumibilmente, all'età neolitica. Lo ha annunciato la dottoressa Maria Laura Manca, funzionario archeologo della Soprintendenza per i beni archeologici dell'Umbria, a margine della conferenza sul restauro delle monete romane. Da un primo esame dei siti, secondo quanto riferito dall'esperta, si tratterebbe dei resti di un antico insediamento, forse un villaggio dell'epoca dell'età della pietra, di un'area dove probabilmente sorgeva un santuario, una specie di tempietto e di 32 tombe a circolo contenenti delle ossa e oggetti di quell'epoca. Sono state già rilevate e in parte catalogate punte di freccia, raschiatoi e alcune particolari selci.

«Si tratta - ha detto la dottoressa Manca - di una eccezionale scoperta che andrà ad arricchire il patrimonio archeologico della nostra regione e soprattutto di Foligno». I siti in questione dovranno essere sottoposti ad un attento esame e perciò da lunedì prossimo si recheranno a Colfiorito gli esperti guidati da un antropologo per un'attenta analisi dei reperti.
Nell’area in questione, dunque, che è già stata recintata e sottoposta a controlli, ci si aspetta di trovare, nel corso della campagna di scavi, preziosi reperti che, una volta restaurati saranno posizionati negli spazi del museo archeologico di Colfiorito che è stato inaugurato di recente e che contiene preziose testimonianze della civiltà dei plestini, i progenitori della stirpe folignate. L'area di Colfiorito, a confine con le Marche, non è nuova a questi importanti ritrovamenti e soprattutto nell'area della Palude sono stati trovati segni dell'antica civiltà preromana dei Plestini che ha dato poi origine a Foligno. I più di 1.400 reperti esposti nel Museo archeologico documentano questa civiltà dalle origini alla romanizzazione e testimoniano l'inserimento di Plestia nell'ampia trama di scambi culturali tra Etruria, Magna Grecia e Grecia. La ricchezza dei corredi funerari rinvenuti testimonia inoltre un alto grado di benessere e una consolidata organizzazione politico-sociale di quei popoli.

La Nazione dell’Umbria mercoledì 16 maggio 2012

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