mercoledì 20 giugno 2012

Foligno Dancity Festival 2012

Una volta di più siamo qua a raccontarvi la grandezza di Dancity e i suoi paradossi. La settima edizione di questa manifestazione che ha cambiato di posto a Foligno nell'immaginario collettivo di chiunque si occupi di musica in tutta Italia e anche più in là si svolgerà il 6 e il 7 luglio prossimi, con il solito cartellone di spessore e le solite idee innovative.
Dicevamo la grandezza, e la grandezza sta proprio in questo: i nomi e le idee. A Foligno quest'anno arriveranno la Cinematic Orchestra (venerdì 6, seguita dall'inventore di Ableton, Monolake), Nicolas Jaar (sabato 7), Trevor Jackson (artista visivo e produttore che ha ridisegnato logo e grafica del festival) e un sacco di altra gente - musica elettronica, naturalmente, ma presa nell'accezione più ampia possibile, e arti digitali varie.

Concerti, dj set, performance, mostre, spettacoli, distribuiti in alcuni degli spazi più suggestivi della città: la corte di Palazzo Trinci, Palazzo Bendetti, l'Auditorium San Domenico, il Serendipity nella sua versione estiva. E difficilmente i giochi di prestigio non riusciranno, anche stavolta, perché finora hanno sempre funzionato. Dancity, e qui veniamo al primo, in questo caso virtuoso, paradosso, per una città come Foligno è un lusso. E lo è per un motivo semplice, vale a dire perché Foligno è una città piccola, perduta nella sonnacchiosa e remota provincia umbra, una città che, per dire, nel tempo ha fondato il grosso della propria identità culturale su un funambolico retaggio medievale quale la Giostra della Quintana.
Dancity, insieme a non poche altre realtà che si sono fatte spazio negli ultimi anni, ha dato una scrollata a qualche generazione di giovani folignati, per i quali adesso occuparsi di musica, di arte, di cultura, e farlo ad alto livello, è un'opzione tutt'altro che improbabile. Però c'è l'altro paradosso, molto meno virtuoso.

I venti ragazzi che si fanno in quattro per portare avanti il carrozzone non vedono un euro: li muove solo la passione (il tema scelto per il 2012, non a caso, è labour of Love), a dispetto di un budget complessivo che supera i centomila euro. Non solo. Per coprirle, queste spese, Dancity deve ricorrere a tutta una serie di voci.
Da una parte ci sono gli ingressi, che comunque hanno prezzi davvero bassi, e gli introiti delle iniziative organizzate nel corso dell'anno, dall'altra gli sponsor privati e i contributi pubblici. Il Comune di Foligno nel 2011 diede più di diecimila euro, quest'anno è tutto da vedere.

Il bilancio verrà approvato solo qualche giorno prima del festival e anche ieri gli assessori Flagiello e Piccolotti, Sviluppo e Cultura, hanno confermato di non poter garantire nulla. Pensate che gli scorsi anni dal Comune usciva anche un anticipo che permetteva di pagare voli e parte dei cachet: stavolta i ragazzi quei soldi ce li mettono di tasca propria. Situazione complicatissima, insomma. Ora, i tempi sono bui per tutti coloro che fanno cultura, in questo Paese, perché in cultura gli enti pubblici spendono sempre meno. E questo è vero. Però il paradosso resta. Lo faranno pure per passione, i ragazzi di Dancity, ma anche e soprattutto per questo meritano una considerazione e un rispetto che non tutti sembrano capire di dovergli.

Corriere dell'Umbria Mercoledì 20 Giugno 2012

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