giovedì 22 novembre 2012

Se si ripensa una cantina oltre i soliti schemi

Cinquemila visitatori in poco più di cinque mesi. É il dato che registra il “Carapace”, la splendida scultura-cantina firmata Arnaldo Pomodoro, al quale è stata commissionata dalla famiglia Lunelli (quella delle bollicine Ferrari) per la tenuta Castelbuono di Bevagna e inaugurata lo scorso 11 giugno. Un “tempio” del Sagrantino, la definisce Alessandro Lunelli, amministratore della tenuta di famiglia in Umbria, terra che, spiega, “amiamo molto”. “C'è qui un mix di cose meravigliose - sottolinea Lunelli, il cui quartiere generale resta ovviamente a Trento -. In primis l'offerta enogastronomica di assoluta eccellenza; c'è poi un paesaggio straordinario e variegato fatto di montagne, colline, laghi e tanto verde, e infine ci sono città d'arte bellissime. Se dovessi coniare uno slogan, promuoverei l'Umbria come la regione medievale d'Italia. Perchè in nessun altro luogo c'è una tale concentrazione di arte e cultura che viene peraltro tramandata anche dalle tradizioni popolari come le Gaite, ad esempio. […]

Il Carapace è una scultura, l'unica realmente abitabile al mondo e per abitabile intendo un luogo in cui vivere, lavorare, degustare, mangiare. Esiste, è vero, il Guggenheim di Bilbao, che è però molto più asettica anche per le finalità stesse della struttura”. Ovvio, da un lato ci sono gli architetti, dall'altro c'è il progetto di un artista per il quale gli architetti hanno lavorato... “In effetti è così. E tra l'altro mi piace ricordare che all'interno del Carapace viene prodotto un vino speciale che ha grandi potenzialità ancora non espresse del tutto: il Sagrantino”.
Pochi mesi di vita, già tanti e visitatori e anche riconoscimenti di prestigio “Ci fa grande piacere - ammette Lunelli - aver ricevuto il premio La Fabbrica nel Paesaggio del club Unesco di Foligno che ha voluto porre l'accento su di un'impresa, la nostra, che ha posto sempre attenzione al contesto, per la produzione biologica, ma anche al sociale”. Come funziona la visita al Capace? “Visto che abbiamo deciso di scommettere su quest'opera abbiamo voluto lasciare aperta la cantina anche nei week end, cosa anomala in realtà nel nostro settore. Ma del resto la gente è libera nel fine settimana e così, sia pure con notevole sforzo perchè abbiamo 2/3 persone che vengono destinate solo ad accompagnare i visitatori, stiamo registrando risultati che ci danno ragione. La proiezione a fine dicembre è verso quota 10mila presenze”. La formula? “Semplice. Consiste in una visita guidata alla struttura che comincia dall'esterno con la visione della cupola in rame e un giro tra i vigneti che in questo periodo tra l'altro sono spettacolari per il viraggio del colore. Quindi si accede all'interno dove, insieme alla storia della nostra famiglia, viene illustrata anche tutta la scultura e le fasi di realizzazione del Carapace con i suoi materiali particolari come il corten, il rame ecc. Chiude la degustazione finale”. Più italiani o stranieri? “Un 30 per cento stranieri, il resto italiani. Come conoscono il Carapace? Beh, intanto abbiamo avuto un enorme successo presentando la novità alla stampa di settore a Eataly New York. Dove la scultura-cantina di Pomodoro ha colpito tutti. I turisti vengono poi veicolati attraverso pacchetti studiati ad hoc. Ed essendo noi stati inseriti all'interno del sistema museale nazionale, oltre che in quello regionale, capita che la gente approfitti dei voucher che sono presenti negli altri musei italiani di altissimo profilo con i quali si può accedere da noi gratuitamente. E chi ama l'arte non si lascia sfuggire l'occasione”.

Paradossalmente anche la difficoltà che si incontra nel raggiungerla acuisce il suo fascino. Perchè chi la cerca non resta deluso”.

La Nazione Giovedì 22 Novembre 2012

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