"Sul centro storico siamo ad una svolta? Si parla di Puc2, chiusura, chiusura parziale e altro ancora, ma se siamo davvero ad un punto di svolta è importante capire di cosa si tratta e se quanti ne parlano intendono tutti la stessa cosa."Umberto Tonti, al vertice dell'Oma, azienda che opera nel settore aeronautico, nonché ex presidente della sezione Assoindutria, interviene nel dibattito sul centro storico.
"Purtroppo ad oggi nessuno ha ancora tradotto in termini pratici il suo auspicio - dice Tonti riferendosi ai numerosi interventi fin qui espressi - perché esso rappresenta più una critica che una proposta che di per sé preclude la stesura di un progetto articolato su più punti.Tonti, per spiegare la sua posizione, fa riferimento a una circostanza:
Tutto si può dire fuorché negare che la critica sia giusta e spinta dalle migliori intenzioni, ma devo confessare che nessuna ipotesi mi convince."
"La passeggiata in bicicletta cui ho partecipato per raggiungere il luogo dove si è effettuata l'apertura dell'anno scout, mi ha condotto lungo la meravigliosa campagna di Foligno, ma mi ha anche mostrato quante villette e quanti moduli abitativi siano stati costruiti e/o sono in edificazione in queste aree con una densità tale che a tratti è senza soluzione di continuità.Ma migliorare si può?
Il primo convincimento che mi è scaturito è stato quello che il piano regolatore abbia fallito nella sua funzione regolatrice, perché mentre lo si adottava perfezionando i suoi strumenti nessuno si è accorto che il mondo cambiava e che il contesto andava riorientato per limitare le forze centrifughe che in esso erano congenite.
Infatti la città non è cresciuta ma si è sparpagliata senza freni, sorprendendo, probabilmente, anche gli stessi addetti ai lavori.
Attualmente - sostiene Tonti - l'unica forza centripeta è rappresentata dalla forte immigrazione, agevolata dal massiccio utilizzo della edilizia pubblica residenziale, ma è troppo poco rispetto a quanto necessita per ridare vitalità alla città."
"Difficile - spiega l'imprenditore - sarà ricreare una svolta che riorienti i flussi dovendo portare le famiglie a rivedere le proprie abitudini.
La chiusura o no del centro storico mi sembra un elemento di discussione importante, ma del tutto inadeguato ed inefficace davanti alla varietà dei contesti su cui si dovrebbe calare.
L'aver spostato il baricentro verso la periferia ha significato che tutti si siano dovuti "motorizzare" e quindi si muovano laddove la viabilità ed i parcheggi facilmente accessibili rendono il veicolo non un peso ma una utilità.
E questo non è certo il centro storico, nelle condizioni in cui attualmente si trova. Alcuni pensano al rafforzamento dei parcheggi, altri che siano sufficienti ed in entrambi i casi circolano idee differenti, ma è anche possibile che ormai anch'essi siano fuori gioco perché è mancata la pedonalizzazione del cittadino.
Ora c'è il Puc2 che viene lanciato come prodotto risultante da fattori partecipativi. Se ciò è, il Puc2 deve rappresentare davvero un elemento di discontinuità, anche se non esaustivo, attraverso il quale siano i cittadini, per il tramite delle imprese commerciali, artigianali, che attuano strategie che nascono dalla necessità e non siano un ripiegamento, o peggio, un assoggettamento verso politiche di sostegno che danno sollievo ma non curano la malattia.
Sarebbe spiacevole - conclude Tonti - che, anche in questo caso, nella convinzione di veder nascere una città sulle esperienze del passato ci si ritrovi ignominiosamente seppelliti nel cimitero delle illusioni."
Alfredo Doni
dal Corriere dell'Umbria Mercoledì 22 Ottobre 2008
dal Corriere dell'Umbria Mercoledì 22 Ottobre 2008
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