domenica 2 novembre 2008

Dopo l'anteprima del tour: intervista a Ivano Fossati

Ci sono trent'anni di canzoni, nel nuovo concerto che Ivano Fossati si avvia a proporre nei teatri italiani.
Un percorso lungo e mai lineare nella musica e nella canzone, dal rock delle origini alla fascinazione "World" alla ricerca più raffinata della parola.
Un percorso scandito da lavori ogni volta sorprendenti, di qualità sempre maggiore, fino alla formazione di un repertorio nel quale è davvero arduo andare a pescare per scegliere venti brani da presentare dal vivo.
L'altra sera a Foligno, nell'anteprima del tour che prenderà il via la prossima settimana (la serata è stata anche anteprima della Stagione della canzone d'autore), Fossati ha presentato la sua scelta per i prossimi concerti, e il pubblico dell'auditorium San Domenico le ha dato il suo imprimatur con lunghi applausi.
"Avete l'onere di portarci fortuna - ha detto l'artista in avvio di serata - e non ho dubbi che lo farete."
Il colpo d'occhio in avvio di concerto è spiazzante: cerchio luminoso stile Pink Floyd, suono ruvido, Claudio Fossati a picchiare forte sulla batteria sulle canzoni del nuovo disco "Musica moderna" infilate tutte nella prima parte, "Il rimedio", "Guerra dell'acqua", "Last minute".
Brividi dolci sulle note di "Canzoni a memoria", poi ancora ruvida energia con "Il paese dei testimoni".
"Noi viviamo in un mondo - così presenta quest'ultima Fossati - in cui la tecnologia ci sommerge. La tecnologia non si può fermare. Possiamo modificare le parole degli altri, possiamo distorcerle, possiamo modificare la loro immagine, è facilissimo ormai con degli apparecchi che costano pochissimo denaro.
Tutto questo non è così strano, strano è che diventi normale, naturale. Che tutte le parole che diciamo possano in qualche modo, in qualche circostanza, essere usate contro di noi, con quella formula che abbiamo imparato dai telefilm americani.
Però non siamo in un telefilm americano, siamo nella nostra vita."
La romanticissima chicca "D'amore non parliamo più" chiude la parte dedicata alle ultime produzioni; da questo momento in poi inizia una entusiasmante carrellata sul repertorio, a cominciare da una accoppiata emozionante: "La costruzione di un amore", con l'artista che si siede al piano e scaccia le inquietudini della prima parte, e "Una notte in Italia".
"Buontempo" chiude la prima parte del concerto in versione tutta energia, così come "Discanto" apre la seconda, con un finale rumoristico da brivido.
Poi arrivano d'infilata "Invisibile" e"L'uomo con i capelli da ragazzo":
"Il protagonista di questa canzone - spiega Fossati - è una persona realmente esistita, che a suo tempo venne rinchiusa in un manicomio.
Questo signore quando aveva circa trent'anni venne messo alla porta dal manicomio quando queste strutture vennero chiuse, ma si trovò messo alla porta anche dalla propria famiglia.
I giornali di quei tempi ne parlarono diffusamente. Hanno pubblicato con molto minore rilievo invece una notizia di poco tempo fa che io trovo bellissima: quell'uomo è guarito completamente, si è fatto una famiglia e con quella è andato a vivere in un'isola della Grecia."
La corsa all'indietro nel repertorio prosegue: "L'amore fa" cita il penultimo disco, così come "Ho sognato una strada", poi si va a ritroso con "Il bacio sulla bocca" fino a "Italiani d'Argentina", aperta dalla lettura di una struggente lettera da Buenos Aires di un immigrato italiano datata 1899.
C'è ancora tempo per una infilata di "hit": "Lindberg", "Naviganti", l'immancabile "La musica che gira intorno", in versione ballad con quattro chitarre sulla scena, "i treni a vapore".
Ma è in apertura dei bis che è arrivata la sorpresa più bella con Fossati che ripesca dal vecchio "La mia banda suona il rock" la struggente "Di tanto amore".
Quasi superfluo ma doveroso citare il gruppo che accompagnerà il cantautore genovese in questo tour: il produttore, compagno storico e tastierista Pietro Cantarello, il figlio Claudio alla batteria, Guido Guglielminetti al basso, Riccardo Galardini e Fabrizio Barale alle chitarre.
Andrea Niccolini
dal Corriere dell'Umbria Domenica 2 Novembre 2008

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