Al centro della vicenda giudiziaria una storia che dura da 11 anni, iniziata con il sisma del 1997, e a causa della quale Marani rischia ora di restare senza un tetto sopra la testa.
Questi i fatti: l'anziano abitante del Castello di Popola rimase senza casa all'indomani del terremoto, proprio a causa degli ingenti danni che l'evento tellurico causò sulla antica struttura.
Da quel giorno per lui è iniziata la vita all'interno della casetta di legno, messa a disposizione dal Comune di Foligno, a fronte del pagamento di un canone mensile di poco più di 100 euro.
Ora però le cose potrebbero cambiare, in peggio, per Settimio Marani. Sembrerebbe infatti che alla fine dello scorso mese di ottobre, a causa di alcuni canoni non pagati, il Comune di Foligno abbia recapitato all'anziano una ingiunzione di sfratto dalla casetta di legno per morosità.
"Oramai - avrebbe detto Marani ieri mattina nel corso dell'udienza al giudice Gennaro Iannarone, che ha momentaneamente rinviato la causa al prossimo 28 novembre - mi stanno togliendo anche la mia dignità."L'unica fonte di reddito per l'anziano sarebbe infatti una pensione di invalidità di 400 euro al mese, mentre l'unica proprietà era proprio una porzione di quel castello dove la fine della ricostruzione sembra essere ancora lontana.
L'aspetto singolare della vicenda sta proprio nel fatto che, essendo quella struttura considerata un bene storico, i vari proprietari, all'indomani del terremoto delegarono della ricostruzione del castello il sindaco del Comune di Foligno che così oggi si trova a rivestire un doppio ruolo: da un lato potrebbe essere l'artefice dello sfratto di Marani dalla casetta di legno, dall'altro è il responsabile dell'andamento della ricostruzione dell'antica e pregiata struttura di Popola.
Sulla questione interviene anche l'avvocato Stefania Filipponi, legale di fiducia dell'anziano insieme a Gianluca Teglia, che spiega:
"Va innanzitutto sottolineato che nel contratto di locazione sottoscritto da Settimio Marani vi è un articolo secondo il quale la morosità, se determinata da cause quali una malattia o lo stato di indigenza, non può essere considerata causa di risoluzione del contratto.Infine l'avvocato Filipponi si lascia andare a un'amara considerazione:
Mi chiedo a questo punto chi debba essere considerato indigente se nella categoria non rientra neppure un anziano invalido che vive esclusivamente con una pensione di 400 euro al mese.
A breve, inoltre, invieremo al Castello di Popola dei tecnici di parte che saranno chiamati a verificare lo stato della ricostruzione.
Vorremmo infatti che il sindaco di Foligno, nella sua veste di delegato della ricostruzione del Castello di Popola renda conto non solo dello stato dei lavori, ma anche dei fondi finora percepiti e del modo in cui essi sono stati spesi."
"Si parla spesso di Umbria come modello da esportare, credo che episodi di questo genere debbano far riflettere anche rispetto a certe affermazioni".
Nessun commento:
Posta un commento