mercoledì 12 novembre 2008

Rapanelli salva?

Il naufragio è stato evitato, ma che il cielo sia completamente sgombro da nubi è un azzardo che nessuno prova a rilanciare.
L'incontro di lunedì pomeriggio tra la proprietà della Rapanelli e i sindacati è stato ancora una volta "lungo e difficile" come spiegano gli stessi partecipanti, ma il futuro dell'azienda finalmente ha preso una prima, concreta e delineata fisionomia.
Oggi infatti sarà firmato l'accordo, già raggiunto, per la cassa integrazione straordinaria che durerà un anno.
"é stato un accordo sindacale che evita procedure peggiori e che avrebbero impedito qualunque tipo di dialogo - commenta Adolfo Pierotti della Fim Cisl - non possiamo ancora sentirci definitivamente al sicuro o completamente soddisfatti, ma abbiamo di fatto categoricamente respinto una previsione di messa in mobilità."
Sì, perché se è vero che si delinea una nuova società, è altrettanto certo che il suo iter è tutto da definire, come ribadiscono dal sindacato:
"All'incontro erano presenti alcuni potenziali partner, possiamo dire che la famiglia Rapanelli rimarrà all'interno della nuova azienda e che verrà affiancata da soggetti industriali che hanno già operato nel settore.
Dagli incontri i titolari hanno fatto sapere che i settori della carpenteria, meccanica e verniciatura non rientrano più nel nuovo piano industriale, ma allo stesso tempo la nostra speranza è che chi oggi rimane fuori possa in futuro essere inserito in un progetto di riqualificazione all'interno della stessa società.
Probabile inoltre che la nuova sede centrale verrà situata in quella decentrata di Bevagna."
Aspettando l'iter che darà il via alla cassa integrazione, ad oggi i dipendenti della Rapanelli stanno ancora lavorando.
La nuova proprietà dovrebbe partire all'inizio del nuovo anno, ma su questo fronte non c'è una data ufficiale ancora.
"Il piano industriale prevede inizialmente la permanenza di 42 dipendenti tra operai e impiegati, in un triennio sarebbero previste altre opportunità per chi è rimasto fuori.
Ma è tutto da definire e la situazione non può che preoccupare ancora - spiega Pierotti - un piano di successiva riqualificazione del personale sembra comunque una strada che i titolari non hanno chiuso del tutto."
Una condizione positiva e che ha ovviamente influito sull'esito favorevole del dialogo. La preoccupazione dei dipendenti rimane comunque.
"La cassa integrazione parte ufficialmente dal 10 novembre, ma i tempi tecnici la faranno slittare di qualche giorno - spiega Carlo Manni, l'Rsu della Cgil investito davanti i cancelli di viale Umbria durante il picchetto dei giorni scorsi - ad un riassorbimento iniziale di circa 40 dipendenti nei primi mesi, si potrebbe arrivare in tre anni a un numero di 65 unità attingendo, ed è la nostra speranza, dalle liste della vecchia Rapanelli".

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