La chiesa di Santa Maria dei Raccomandati è di fondazione duecentesca, sorta con la stessa città, originata dalla più antica Confraternita locale: quella, appunto, di Santa Maria dei Raccomandati. Proprio la Confraternita commissionò i dipinti, che sono stati messi in luce dalla Ikuvium Rc, in collaborazione con Massimiliano Barberini, sotto la direzione di Zena Ghigi e Roberto Minelli per la Soprintendenza, con l'attivo interessamento di Don Gianni Brunetti.
La chiesa di Santa Maria ha avuto un pesante intervento già dopo il terremoto del 1751, che ne modificò l'architettura interna. I due affreschi ritrovati sono posti uno nella controfacciata, l'altro nel contiguo spazio della parete destra, rappresentano il primo "San Rocco con il Crocifisso", il secondo la "Madonna della Misericordia venerata dai membri della Confraternita, uomini in sacco bianco e donne, da San Giacomo Maggiore e San Bernardino da Siena."
Al santo pellegrino Giacomo erano intitolati la vicina chiesa e l'annesso ospedale dipendenti dalla fiorente, caritativa Confraternita. Gli affreschi sono datati dal professor Storelli tra il 1444 e il 1450, tra la morte e la canonizzazione di San Bernardino. "Debbo a questo punto rilevare che un documento attesta l'attività di Bartolomeo di Tommaso per la chiesa gualdese di S. Maria dei Raccomandati, che anche da ciò, dunque, le conclusioni di ordine attributivo esposte per gli affreschi trovano sostegno - sottolinea Storelli che attribuisce a mons. Raffaele Carimiri il ritrovamento del documento, anche se la pubblicazione fu di mons. Mario Sensi, con pubblicazione in tre parti nel "Bollettino Storico della Città di Foligno"(anni 1993 - 1994 -1995). Storelli adduce anche motivazioni stilistiche per assegnare a Bartolomeo di Tommaso gli affreschi tornati alla luce in Santa Maria di Gualdo. "
Preminente sui probanti dati morfologici e compositivi quello della singolare temperie espressiva che li caratterizza e che ritroviamo con uguali accenti nell'arte del folignate -afferma lo storico gualdese, che rimarca come lo stesso Zeri abbia sottolineato il rapporto tra Bartolomeo di Tommaso e Matteo da Gualdo.
"Numerose sono le opere di Matteo dove si colgono suggestioni dal folignate, insieme ad altre di cultura diversa, marchigiana, senese, padovana. Un'ulteriore considerazione sugli affreschi riscoperti. Un grande arco ogivale, ornato, citazione gotica in lui ricorrente, chiude la "Madonna della Misericordia con devoti e Santi"; una doppia cornice rinascimentale il "San Rocco" - spiega Storelli, che conclude - la perdita della tavola eseguita nel 1447 da Bartolomeo di Tommaso per Santa Maria di Gualdo viene in qualche modo compensata dai notevoli dipinti murali inaspettatamente recuperati nella stessa chiesa ed a lui qui attribuiti."
Insomma anche in questo periodo pasquale le notizie di un certo interesse non sono mancate per la città, che oggi lentamente riprende il solito ritmo quotidiano
Salvatore Zenobi
Corriere dell'Umbria Martedì 6 Aprile 2010
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