Nel 1138 dipendevano da questa Abbazia 34 chiese e 5 cappelle, in un territorio che andava da Roma a Perugia, da Spoleto a Camerino. Un secolo dopo i possedimenti comprendevano 97 monasteri, 41 chiese e 7 ospedali. Ai monaci originari subentrarono nel 1484 gli Olivetani, ma ormai, dopo la "commenda" disposta da Paolo II nel 1467, il vasto patrimonio dell'Abbazia si era già avviato verso la dispersione definitiva.Il monastero fu soppresso una prima volta durante la rivoluzione francese e la restaurazione del 1814 non servì a ripristinarne l'operatività.
Nel 1860, con la soppressione dello Stato pontificio, l'Abbazia fu definitivamente spogliata degli ultimi possedimenti e lo stesso edificio fu diviso tra Demanio, mensa vescovile e una famiglia della città, che risultano tuttora proprietari delle rispettive parti.
Nel 1979, si insediarono i
"Piccoli Fratelli e le Piccole Sorelle"della Comunità Jesus Caritas. Della struttura originaria, purtroppo, rimangono solo le mura perimetrali, le sostruzioni a valle che sorreggono i locali del monastero e lo splendido chiostro romanico.
Dal cortile superiore del complesso abbaziale si accede alla chiesa, ricostruita dopo il terremoto del 1832 ed ancora in corso di restauro per i danni subiti con il recente terremoto del 1997 . Dall'atrio che precede la chiesa si accede invece al bellissimo chiostro romanico (xiii sec.), che costituisce il fiore all'occhiello di tutto il complesso. L'opera venne commissionata dall'abate Angelo al maestro Pietro De Maria, che lavorò i marmi a Roma, presso la scuola dei maestri marmorari della Basilica dei SS. Quattro Coronati, che all'epoca era alle dipendenze di Sassovivo.
Al di là delle mura dell'Abbazia sorge un portico trecentesco con una Cripta dell'XI secolo, chiamata la Cappella del Beato Alano, resto del primo nucleo storico. Splendido è il Chiostro duecentesco con 58 archi sostenuti da colonnine binate, una diversa dall'altra e splendidamente lavorate con inserti a mosaico.
Il pozzo, che sorge al centro, è sormontato da elementi metallici seicenteschi. In un locale interno, chiamato "il Paradiso" si trovano affreschi del Quattrocento.
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