Sono stati la moglie di Uncini, Maria Lucrezia Delicati e il figlio Marzio, alla presenza dei curatori della mostra Italo Tomassoni e Bruno Corà, del presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno Alberto Cianetti (istituzione mecenate del Ciac) e di moltissimi altri ospiti d'eccezione, a tagliare il nastro e ad introdurre il pubblico all'esposizione che pone a stretto confronto, in modo inedito, le opere che segnano l'esordio dei primi Cementarmati (1957) con le opere dei cicli Architetture e Artifici, concepite e realizzate dall'artista negli ultimi anni. Individuato il principio generativo del proprio lavoro, Uncini non ha mai interrotto il crescendo ideativo che lo ha portato a formulare numerosi cicli di opere: Ferrocementi (1963), Strutturespazio (1965), Strutturespazio-ambienti (1967), Mattoni (1969), Terracementi (1972), Ombre (1972), Interspazi (1978), Dimora delle cose (1979), Dimore e Muri d'ombra (1980), Spazi di ferro (1987), Spazicemento e tralicci (1993), Muri di cemento (2001), Architetture (2004) e gli Artifici (2007).
"é uno straordinario connubio - ci dice Italo Tomassoni, che è pure direttore artistico del Ciac - con le strutture del nostro museo. É un messaggio nei confronti della modernità che eleva il cemento armato al rango di poesia."La mostra è visitabile fino al 15 settembre e c'è anche un un catalogo con la riproduzione delle opere in mostra
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