Spigadoro ha cessato l'attività e ha messo in mobilità i suoi 55 dipendenti. Ora l'obbiettivo delle rappresentanze sindacali è quello di dare una continuità di presenza del marchio sui mercati, considerando che il nome "
Spigadoro" è conosciuto e apprezzato anche oltre l'Europa e che rappresenta assieme al magazzino scorte delle merci l'unico bene rimasto in mano alla famiglia Podella di Crotone. La chiusura dello stabilimento di Sant'Eraclio ha preso di sorpresa tutti, considerando che si parlava di commesse giunte da molti Paesi europei ma anche perché i vertici aziendali avevano dato assicurazioni, manifestando la volontà di rilanciare l'azienda. La famiglia Podella, che negli ultimi dieci anni ha gestito lo stabilimento di Sant'Eraclio, aveva dichiarato l'intenzione di rilancio alla Regione, alla Gepafin e alla Sviluppumbria, ma - a quanto pare - per la mancanza di risorse finanziarie ha bloccato lo sviluppo del progetto. Massimo Venturini e Sara Palazzoli (Flai Cgil), Loreto Fioretti (Fai Cisl) e Stefano Tedeschi (Uila Uil) hanno detto che questa chiusura ha preso le mosse il 29 Agosto scorso quando l'azienda manifestò la volontà di attuare la mobilità per 55 lavoratori e decise la sospensione dell'attività produttiva in attesa di trovare soluzioni atte a scongiurare la chiusura - e individuare eventuali acquirenti del marchio. Il tentativo alimentò le speranze; fu nominato un liquidatore nella persona di Domenico Fabriano, al quale si sono nel frattempo rivolte un paio di aziende interessate a rilevare - in affitto lo stabilimento e i macchinari, di proprietà di un'azienda che opera nel leasing. L'operazione sembrava stesse andando in porto con uno; al possibile acquirente non interessava il marchio; l'azienda avrebbe cambiato denominazione passando da "Spigadoro" a Pasta Spigadoro. Quando sembrava che l'operazione stesse per essere definita, per ragioni non conosciute,
"è finita nel nulla, dopo che il possibile, acquirente aveva stilato con la Fari Podella un accordo preliminare avanti a un notaio”
Ora riprende la ricerca di un altro possibile acquirente che salvi il marchio e apra la speranza di riprendere il lavoro ai cinquantacinque ex dipendenti della Spigadoro. Questa chiusura rappresenta un ulteriore, pesante colpo a danno dell'economia folignate, già pesantemente colpita in diverse altre attività. La Spigadoro ha avuto una vita travagliata negli, ultimi anni: è passata attraverso Pambuffetti, poi Corticella, quindi Pastificio Etrusco e quindi la famiglia Podella il cui nome è legato a ben tre chiusure di stabilimenti umbri: prima la Pasta Ponte di Ponte San Giovanni, poi il pastificio Federici di Terni e ora la Spigadoro. Perché questa chiusura? Fonti sindacali sospettano che la Famiglia Podella intenda trasferire il marchio e l'attività produttiva a Crotone, la città di origine dei Podella.
Settegiorni Venerdì 21 Ottobre 2011
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