"La quantità raccolta è diminuita in media del 30-40%, ma la qualità è a dir poco stratosferica - commenta soddisfatto Federici, parlando a nome di tutte le aziende rappresentate dall'associazione - l'olio prodotto a Foligno rappresenta circa il 70% del volume regionale ed è molto apprezzato anche all'estero. Alcuni produttori della città sono conosciuti a livello mondiale, come il sottoscritto, Marco Viola e Claudio Metelli. Lo dimostra il fatto che il volume medio di esportazioni è pari al 50%, inoltre i nostri olii hanno ottenuto dalla 'Slow food' il massimo riconoscimento, ovvero 3 olive."Anche le istituzioni fanno la loro parte per diffondere il prodotto e la sua cultura.
"Il Comune di Foligno e altri enti stanno investendo molto su di noi, facendo dell'olio un fiore all'occhiello - racconta Federici. Un risultato è 'Olio in centro', un evento che si svolgerà sabato 19 e domenica 20 novembre e porterà l'olio extravergine direttamente all' attenzione dei cittadini. I numeri di quest'anno sono stati confermati anche da Marco Viola. "Per quanto mi riguarda, ho registrato un calo quantitativo del 20%, ma la qualità è davvero eccellente".
Sul fronte delle vendite, sembrano farsi sempre più largo i mercati esteri. "A fianco degli acquirenti tradizionali - prosegue Viola - ovvero statunitensi, canadesi e nord-europei, ci stiamo espandendo verso i paesi arabi, Cina e India". Molto soddisfatto anche Claudio Metelli: "É un'annata particolare, direi quasi magica spiega - con minor prodotto ma assolutamente eccellente; per la nostra azienda, che della qualità hafatto un obiettivo imprescindibile, il mercato sta andando molto bene, sia quello nazionale che quello estero, con commercializzazioni negli Stati uniti, in Svizzera e Germania; quello che più mi fa piacere - prosegue Metelli che conta su 18 mila piante di olive, è il fatto che vengo contattato da persone che hanno avuto modo di apprezzare il nostro olio in alcuni ristoranti, tutti di categoria, e che chiedono di poter acquistare il nostro extravergine".
Ma non sono tutte rose e fiori, come spiega Luigi Tega. "Ormai cercare nuove nicchie fuori dall'Italia è questione di sopravvivenza, ancor prima che di lustro. 20 anni fa si prendeva l'olio per tutto l'anno, oggi al massimo si compra qualche bottiglia all'inizio della stagione". Responsabilità? "Non penso sia solo a causa della crisi - afferma Tega - credo sia una questione prima di tutto culturale. Da questo punto di vista, l'umbro somiglia sempre di più al milanese".
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