Anche quest'anno si è ripetuto il miracolo della fioritura prodigiosa del biancospino. Fonti storiche narrano la vita del beato Angelo da Casale (co-patrono della città di Gualdo Tadino insieme a San Michele arcangelo). Rimase orfano di padre, e molto presto la madre fu costretta a lavorare sodo per mandare avanti il piccolo nucleo familiare.
Il ragazzo, di animo dolce e altruista, si preoccupa dei ragazzi più poveri di lui, per i quali rinuncia al suo pane per sfamarli.
Ma un giorno, dopo un acceso diverbio con la madre poiché sottraeva il pane da casa per darlo ai poveri, Angelo la maledice ed esce per andare a lavorare.
Al ritorno dal lavoro, sente le campane della chiesa suonare a morto: corre in casa e trova la madre che giace priva di vita sul letto.
Sopraffatto dal rimorso, sentendosi responsabile dell'accaduto, decide di partire come pellegrino verso il monastero di San Giacomo di Compostela, in Spagna.
Di ritorno dal lungo viaggio, decide di farsi monaco nell'abbazia di San Benedetto a Gualdo Tadino.
Presto però sente l'esigenza di vivere in stretto contatto con Dio e ottiene il permesso di condurre vita eremitica presso l'eremo detto di Capodacqua, dove resterà fino alla morte.
Il 15 gennaio 1524, mentre le campane dell'abbazia di San Benedetto suonavano da sole, Angelo venne trovato morto.
Si racconta che al passaggio della salma dell'eremita, lungo la strada che conduceva al convento di San Benedetto, le siepi di biancospino e i campi fiorirono miracolosamente.
Il miracolo si ripete ancor oggi e, in qualsiasi condizioni meteorologica, le siepi di biancospino si coprono di numerosi germogli nonostante le basse temperature della stagione invernale. Evento che ha un parallelo nella città di Bra: lo sbocciare di un pruno nei mesi invernali ricorda l'apparizione della Vergine a Egidia Mathis, tanto che le due cittadine si sono unite in rapporto di fraternità e cooperazione.
La sera del 14, vigilia della festa, si è tenuta la celebrazione del vespro con l'offerta dell'olio per la lampada votiva da parte dell'Amministrazione comunale; alle 21 è iniziata la veglia di preghiera con una fiaccolata che, muovendo dalla concattedrale, si è diretta verso il cespuglio del biancospino nell'omonimo quartiere e, contemporaneamente si è mossa la fiaccolata organizzata dal Cai che, partendo dall'eremo del Beato Angelo, ha ripercorso il lungo itinerario fatto con la salma del Beato nel lontano 1524, per ricongiungersi con l'altra fiaccolata presso il cespuglio del biancospino.
Marta Gineltelli
La Voce Venerdì 17 Gennaio 2014
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