mercoledì 25 febbraio 2009

I tagli alle Officine Grandi Riparazioni di Foligno

C'erano una volta la reinternalizzazione delle lavorazioni, nuove assunzioni ed il ruolo strategico delle Officine Grandi Riparazioni, alias Omc, nelle manutenzioni del materiale rotabile del Gruppo Fs.
C'erano una volta perché adesso non ci sono più. Non solo non si parla più di nuove assunzioni, non solo il ruolo strategico va a farsi benedire visto che tutto si fa in nome dell'Alta Velocità e le manutenzioni d'eccellenza passeranno alle aziende private, ma neppure su rilancio e reinternalizzazione c'è più tanto da crederci.
Parola di sindacato. L'ultima delusione arriva dal doppio incontro che Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt-Uil, Ugl, Orsa, Fast FerroVie ed Rsu hanno avuto prima con i vertici dell'Officina folignate e poi con i responsabili del Trasporto regionale di Umbria e Marche.
Una delusione che suona peraltro come una beffa tanto che i sindacati hanno aperto le procedure di raffreddamento, vale a dire lo stato di agitazione sindacale, sia contro Trenitalia che contro Rete Ferroviaria Italiana.
Il primo fronte si apre sul piano di attività 2009 delle Omc: secondo il programma illustrato ai sindacati si perderanno altre 70mila ore di lavoro, con una produttività che si attesterà quindi a 560mila ora annue, con una perdita secca di altri 30-35 addetti.
In sostanza, se dovessero essere confermati questi numeri, le Ogr avrebbero perso in soli due anni ben 150mila ore di lavorazioni.
"Un piano assurdo, incomprensibile ed incompleto - tuona la Fit-Cisl con Gianni Martifagni - questo è un impianto che potrebbe persino lavorare di notte e tutto quello che ci sanno dire è che si ridurrà l'orario di lavoro, abbandonando i tre turni e tornando a quello spezzato, motivando tutto questo con la crisi del Paese e con la necessità di risparmiare i costi del riscaldamento dello stabilimento.
É incredibile."
I sindacati sono sul piede di guerra perché neppure un impegno sinora si è tradotto in realtà e perché non si investe neppure sul futuro.
"Trenitalia ormai punta tutto sull'Alta Velocità e non guarda in neppure in prospettiva a quello che potrà essere l'Italia una volta finita la crisi."
Le comunicazioni del capo impianto ingegner Bernardini, del responsabile Linea locomotiva ingegner Diversi e del responsabile Personale e organizzazione Morucci insomma hanno irritato non poco, tanto che i sindacati concedono dieci giorni di tempo per fare chiarezza su tutta la situazione.
Sennò arriveranno le azioni di protesta. Ma neppure sul Trasporto regionale va meglio e anche qui ormai i sindacati sono in procedura di raffreddamento: l'azienda in Umbria vuol sperimentare l'unificazione del capo deposito macchine e del capo personale viaggiante, due ruoli strategici su cui le organizzazioni dei lavoratori non vogliono cedere.
"Sono figure delicatissime e strategiche - spiega Martifagni - è impensabile riunirle in un'unica persona.
E poi perché le sperimentazioni in negativo si fanno sempre in Umbria."
Questa situazione si incastra con un'altra che riguarda Rfi, la quale da sette mesi non ha ancora provveduto a nominare i nuovi dirigente centrale operatore (che si occupa delle linee e delle stazioni disabilitate) e dirigente centrale interno (che si occupa della stazione di Foligno e della manovra).
"Tutto questo - chiosa Martifagni - suona come un declassamento e un impoverimento"

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