Tra i vini dell'Umbria, un posto di primo piano spetta senz'altro al Sagrantino di Montefalco Docg. Coltivato da secoli nelle colline del comprensorio di Montefalco, sin da quando i monaci benedettini vi impiantarono la vite nel Medioevo, il Sagrantino ha attraversato periodi di oblio fino alla recente riscoperta.
L'origine del vitigno omonimo non è chiara.
Molti lo ritengono autoctono, ma c'è anche chi pensa sia stato importato dai Saraceni.
Le ipotesi più probabili sono comunque quelle dell'importazione dalla Spagna o della selezione da cloni locali. L'etimo del nome, così come la sua elevata concentrazione di zuccheri, lascerebbero supporre un utilizzo di questo vino, in epoche passate, nello svolgimento delle funzioni religiose.
Senz'altro un grande vino che ha dato un importante contributo all'affermazione dell'Umbria come produttrice di vini pregiati.
Prodotto nel territorio dei Comuni di Montefalco, Bevagna, Gualdo Cattaneo, Castel Ritaldi e Giano dell'Umbria (tutti in Provincia di Perugia), il Sagrantino si divide in due tipologie: un 'Secco', con invecchiamento di almeno 30 mesi, dei quali almeno 12 in botte, e un 'Passito', invecchiato per lo stesso periodo, ma senza l'obbligo del passaggio in botte.
L'Associazione della Strada del Sagrantino, a Montefalco (telefono 0742 378490), gestisce l'omonima Strada: un affascinante percorso tra arte, storia e cultura del vino che si snoda lungo tutti i comuni del Comprensorio di produzione.
All'aspetto, il Sagrantino presenta colore rosso rubino con riflessi violacei, tendente al granata con l'invecchiamento.
All'olfatto, si percepiscono sentori di frutti rossi.
Al gusto, il Secco si presenta corposo, asciutto e tannico, mentre nel Passito prevalgono naturalmente le note dolci e fruttate, favorite proprio dall'alta concentrazione di zuccheri dell'uva, che permettono un processo di appassimento anche di due mesi su graticci di legno.
Ideali gli abbinamenti del Sagrantino Secco con gli arrosti di carni rosse, la cacciagione, la selvaggina da pelo e i formaggi stagionati. Il Passito, un classico 'vino da meditazione', si accompagna invece ai dolci a pasta non lievitata (come le frolle), la pasticceria da forno, le crostate di frutti rossi. Da provare l'abbinamento del Passito con i pecorini piccanti.
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