A Giove di Valtopina la ricostruzione incompiuta ha lasciato un paese fantasma. A 17 anni dal sisma che colpì l'Umbria nel settembre 1997 c'è ancora chi abita nei container.
“Altro che modello umbro da esportare...”, dice Valentina Armillei, del combattivo comitato protagonista di un'annosa battaglia per riavere le case danneggiate e ancora inutilizzabili per diatribe legali, sequestri e contenziosi mai risolti con le istituzioni locali. “quello di Giove - dice Armillei - non è l'unico caso. Situazioni anomale sono rimaste anche a Sellano, Piaggia, Casette di Cupigliolo, Nocera Umbra, Popola.
Tante denunce non sono mai mai riuscite a scavalcare il 'muro del silenzio', il muro del 'va tutto bene in Umbria’. Eccezion fatta per Giove di Valtopina. Qui, il 1 luglio 2011, la Guardia di Finanza di Foligno, su ordine della Procura di Perugia, pose sotto sequestro tutte le 55 abitazioni, per gravissime violazioni delle norme edificatorie e non solo, con conseguenti avvisi di garanzia e rinvii a giudizio. Da allora tutto è immutato, il paese è fantasma, ancora in attesa che lo scempio venga riparato.
Molti dei proprietari, nella estenuante attesa di poter tornare a vivere nella loro casa, sono morti. I superstiti ancora abitano nei container di latta di Giove.
Al comune di Valtopina, silente attore di tutta la vicenda, nonostante tutto è stato consentito di seguire il nuovo iter progettuale ma, dopo tutto questo tempo, non si trova ancora nella condizione di far partire i lavori di riparazione dei danni prodotti da impresa e ingegnere.
Il comune di Valtopina, senza la minima condivisione e partecipazione degli unici soggetti danneggiati da questa vicenda, i proprietari delle abitazioni, ha conferito incarico ad uno studio di progettazione di Arezzo.
Armillei sottolinea la disapprovazione rispetto alla linea seguita, sottolineando come si cerchi di “puntare al risparmio, minimizzando gli interventi”.
La Nazione Lunedì 31 Marzo 2014
Nessun commento:
Posta un commento