domenica 24 agosto 2008

Parco Hoffmann esempio di riqualificazione urbana

A Foligno succede spesso che non si apprezzi nel modo dovuto quanto gli stessi folignati riescono a fare. Del resto la saggezza popolare lo dice: nessuno è profeta in patria. Eppure di che vantarsi c’è eccome. Il Parco Hoffmann ad esempio, che la rivista semestrale “Architettura del paesaggio”, dedicata ai più importanti interventi di carattere ambientale, ha voluto presentare accanto alle riqualificazioni urbanistiche condotte a Madrid, Lisbona, Amsterdam e Valencia, città europee dove più accentuata è la cultura del paesaggio.
Il Parco Hoffaman, come noto, è quello sorto lungo il fiume Topino, a cavallo tra i quartieri di Sportella Marini e Prato Smeraldo su una superficie di ben sedici ettari, con quasi tre km di piste ciclabili.
“E’ culminato quest’anno con l’ultimazione del secondo stralcio del parco fluviale - spiega la rivista - un grande sforzo amministrativo ed economico che ha coinvolto Comune e privati, uniti nell’intento di consentire la fruizione delle sponde del corso d’acqua e di strutture industriali storiche come le Fornaci Hoffman. Una meta raggiunta caparbiamente, nonostante il catastrofico terremoto avvenuto nel 1997”.
La rivista presenta gli scorci più suggestivi del parco, con il ponte sospeso in acciaio e legno, l’anfiteatro per spettacoli all’aperto e i due edifici destinati a servizi pubblici, bar e sale polivalenti. Progettisti dell’intervento sono stati l’architetto Luciano Piermarini del Comune di Foligno e l’architetto Andrea Pochini, docente di pianificazione del paesaggio all’Università di Perugia presso la facoltà di agraria.
“La realizzazione del secondo stralcio del Parco Hoffaman - spiega l’architetto Pochini - ha arricchito la città di un’area fondamentale all’interno del sistema degli spazi ricreativi connessi al corso d’acqua. Il programma urbanistico, coniugando gli interventi privati con quelli pubblici, ha consentito sia l’acquisizione delle aree necessarie, sia il reperimento delle risorse economiche, pari ad oltre due milioni e mezzo di euro”.
Il parco, come è facile intuire, prende il nome dall’impianto per la produzione dei laterizi, le Fornaci Hoffman, insediatesi nella zona di San Giovanni Profiamma nei primi anni del Novecento proprio in virtù della presenza di acqua.
“Per sfruttare tale risorsa - sottolinea l’architetto Andrea Pochini - furono eseguire delle opere idrauliche che sono state ora restaurate per il loro valore documentale ed in parte interpretate per le nuove funzioni ludiche e ricreative previste dal progetto”.
In prossimità del ponte pedonale è stato realizzato il complesso architettonico destinato ad ospitare un bar, sale per attività culturali e sociali, un anfiteatro per spettacoli e manifestazioni all’aperto. Con ciò perseguendo l’intento di realizzare attività sia ricreative sia economiche, in grado di attrarre persone al massimo delle potenzialità del parco.

Giovanni Bosi dal Corriere dell'Umbria

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