mercoledì 17 settembre 2008

I cabrei di Foligno

Pochi li conoscono, anche perché in genere si è più abituati a parlarne piuttosto che a vederli. Eppure fanno parte a tutti gli effetti del patrimonio artistico, oltre ad essere straordinari documenti che raccontano come più o meno tre secoli fa era organizzato il territorio.
Sono i "cabrei" settetenteschi conservati nella sezione di Foligno dell'Archivio di Stato, vale a dire registri catastali di beni rustici appartenuti a corporazioni religiose del territorio compreso tra Foligno, Montefalco e Spello, incamerati dopo l'unità d'Italia dagli uffici finanziari dello Stato a seguito della loro soppressione da parte dal commissario straordinario Gioacchino Napoleone Pepoli.
La particolarità sta nel fatto che non si tratta degli scarni registri impiantati dai Comuni per la registrazione dei beni dei singoli contribuenti ma, spiega Renzo Marconi, direttore dell'Archivio di Stato,
"catasti particellari, commissionati dalle famiglie religiose ai migliori geometri o agrimensori reperibili sulla piazza nazionale o pontificia, in cui ogni singola unità immobiliare o particella, oltre ad essere verbalmente descritta, è anche e soprattutto graficamente rappresentata.
Il risultato che si ottiene da questa combinazione è sempre di grande qualità e di grande effetto estetico."
E cioè una vera e propria visione del paesaggio agrario come in una amena passeggiata nei campi e nei boschi.
Pochi però li conoscono e ancor meno si vedono. E allora la sede di Foligno dell'Archeoclub d'Italia - di cui è presidente Carla Glingler - ha voluto finanziare in occasione delle Giornate europee del patrimonio il restauro di due cabrei settecenteschi, risalenti cioè allo stesso periodo dell'imperiale regio architetto Giuseppe Piermarini.
Un modo originale e soprattutto utile di concorrere alle celebrazioni per il bicentenario della sua morte.
"Documenti significativi per la ricostruzione della storia economica della nostra regione - spiega la presidente Carla Glingler - equiparati a reperti fortunosamente e e fortunatamente salvati dal degrado e dalla rovina."
Il restauro è stato curato dal laboratorio Cover di Guido Milio di Roma. I due cabrei prescelti sono uno (datato 1774) relativo ai possedimenti del venerabile monastero di Santa Maria di Vallegloria di Spello, e l'altro (del 1778) relativo ai possedimenti del convento di San Francesco di Foligno.
"e così nel lungo cammino verso il recupero della memoria collettiva che Archivio di Stato e città hanno compiuto insieme ed in grande sintonia - commenta il direttore della sezione di Archivio di Stato, Renzo Marconi - questa volta, dopo un ciclo marcatamente statutario, partendo dal trecentesco statuto comunale e passando per diversi statuti di arti e corporazioni medievali, fino allo statuto quattrocentesco di Acquafranca, la sensibilità dell'Archeoclub di Foligno apre più di una finestra.
Il restauro di un documento infatti, non è operazione che chiude una pratica amministrativa, ma un punto di partenza verso nuove esplorazioni conoscitive".
Giovanni Bosi
dal Corriere dell'Umbria Mercoledì 17 Settembre 2008

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