domenica 14 settembre 2008

Il Palio di Tittarelli con San Michele Arcangelo che trafigge il drago

Un applauso lungo scrosciante, un'ovazione, ha salutato il momento in cui è stato fatto ammirare per la prima volta il Palio 2008 realizzato dal maestro gualdese Luciano Tittarelli.
Lo scenario suggestivo della monumentale chiesa di San Francesco - dove per la prima volta si teneva la presentazione del Palio - lo ha reso ancora più emozionante.
Una chiesa "popolata" di portaioli che ha vissuto con emozione questo momento, reso ancora più intenso dall'attesa di conoscere come Luciano Tittarelli ha interpretato i Giochi de le Porte.
E l'attesa è stata premiata da un'opera veramente bella. Palio sponsorizzato per il terzo anno consecutivo dalla ditta edile gualdese Pallucca Saverio&Danilo.
È stata Caterina Calabresi, membro della commissione artistica a presentare nel concreto il Palio di Tittarelli.
Un Palio che rappresenta San Michele Arcangelo nell'atto di colpire il drago.
"Il tema del San Michele è imprescindibile da qualsiasi altro per gli artisti che fino ad oggi hanno realizzato i palii per la festa della Città di Gualdo Tadino, in quanto della città ne è il venerato Patrono - ha sottolineato Caterina Calabresi, ribadendo come il culto di San Michele è legato al periodo della dominazione Longobarda del territorio gualdese."
Il San Michele, nella iconografia cristiana tradizionale è rappresentato come il guerriero divino che con la spada o la lancia sconfigge il male nelle sembianze di un drago - ha ribadito la Calabresi - Nel Palio oggi qui presentato, l'artista Tittarelli ci ha offerto l'immagine saettante e dinamica di San Michele che dall'alto a sinistra si spinge verso il basso per colpire con foga e fierezza il rettile che a terra contorce le sue spire per il dolore subìto.
Nell'immaginazione dell'artista, il Santo di una bellezza efebica, indossa la tunica ed il pettorale di ascendenza classica, oltre i delicati calzari e l'elmo; il giovane volto rivela il temperamento ardito del soldato che combatte per una giusta causa ma, il gesto violento è mitigato dalla elegante anatomia del corpo che, fluttuante e leggero, si libra in uno spazio ancestrale".
"Dalle tenebre, evocazione di nulla, di vuoto, si compone il gruppo delle figure che sembrano essere fasci di luce.
La grande abilità dell'artista di dominare forme e colore determinano una forza plastica di notevole spessore tecnico, oltre che espressivo.
Particolarmente interessanti sono i riferimenti alla Festa che si svolge in Gualdo e al territorio: i quattro putti simboleggiano le quattro abilità in cui ben si devono destreggiare i giocolieri - ha aggiunto l'esponente della commissione artistica - In alto a destra è citata la nostra preziosa sorgente Rocchetta, i quattro stendardi con i colori delle Porte ed in fondo a sinistra lo stemma della Città di Gualdo.
Nell'etimologia greca drago significa "serpente" e per questo Luciano Tittarelli si è servito del puro nozionismo e, al posto del tradizionale drago alato, ha inserito l'immagine della vipera tipica del nostro territorio".
"Tittarelli ha realizzato un Palio di notevole valore artistico e per i suoi contenuti ha creato l'opportuna "icona" per questa Trentennale edizione dei Giochi de le Porte - ha concluso la Calabresi ribadendo l'apprezzamento dell'Ente Giochi per quanto realizzato dall'artista gualdese.
Luciano Tittarelli è nato a Gualdo Tadino nel 1952. Si è diplomato in Pittura all'accademia di Belle Arti di Firenze, attualmente è docente della cattedra di anatomia artistica presso l'accademia di Belle Arti di Perugia.
Il lavoro di Tittarelli indica che le idee i concetti, le forme nascono in quella zona interiore che non si preoccupa di una pedante consequenzialità operativa, ma si manifesta per accostamenti inusuali, intuizioni improvvise, spostamenti repentini.
Così non segue la logica della tecnica operativa autoreferenziale, ma attraversa trasversalmente esperienze artistiche che di volta in volta prendono forma di dipinto, di installazione, di azione performativa, di scrittura, di fotografia.
Ciò che lega le diverse esperienze è invece una precisa e coerente idea di racconto, una misurazione del tempo e delle cose attraverso una narrazione che a volte si fa icastica(come nel caso del palio di Gualdo), altre elusiva, altre dichiaratamente programmatica, utilizzando ogni volta tutte le possibilità di un narrare che non perde mai una forte connotazione poetica.

dal Corriere dell'Umbria Domenica 14 Settembre 2008

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