La chiesa, danneggiata dal terremoto del '97 e chiusa da circa tre anni, secondo i residenti sta andando in rovina e ha bisogno di essere ricostruita.
Da qui la sollecitazione a intervenire al più presto per salvare il santuario. Accorato sollecito
"Non sappiamo più a chi chiedere - dicono in una lettera - la chiesa appartiene alla curia di Spoleto, ma nonostante siano state raccolte più di 2000 firme, siano state coinvolti Pro-loco, Comune, Provincia e Comunità montana questa chiesa sembra terra di nessuno.E a quanto pare, anche se chiusa, si incontra sempre gente nella zona del santuario. L'interesse da parte dei cittadini, dunque, è alto anche in considerazione della storia di questo edificio di culto.
Sicuramente non è una chiesa che rientra nei nostri circuiti turistici religiosi più famosi e non è richiamo di turismo di massa.
Ma resta una meta di devoti e di affezionati del posto che tengono molto a questa struttura."
"Venne costruito - raccontano gli abitanti - nel '43 grazie all'opera di alcuni devoti, in particolare un certo Pierino Stortini che dedicò tutta la sua vita a raccogliere offerte dalla povera gente contadina dei dintorni (era il perido della guerra e di fame ce ne era tanta)."Ma perchè scegliere proprio quel posto?
"La tradizione racconta - aggiungono - che vi siano state delle apparizioni e che la Madonna venerata lì sia particolarmente miracolosa.Il nodo ricostruzione Il nodo da sciogliere è uno: verificare lo stato complessivo della chiesa della Madonna della Valle, in particolare la tenuta del terreno sottostante.
Il santuario divenne così meta di devoti e di pellegrinaggi. Numerosi erano una volta gli ex-voto, oggetti preziosi appesi all'interno, sulle pareti che poi spesso venivano rubati.
Attuali testimonianze sono anche le scritte di ringraziamento sui muri."
La struttura potrebbe infatti essere minata da un movimento franoso, il che renderebbe ostico e non risolutivo un intervento di restauro.
Indagini in corso Sono comunque in corso delle indagini da parte di una commissione paritetica appositamente istituita da Comune, curia e Regione per verificare se il terreno sottostante tenga e sia dunque possibile effettuare un'operazione di salvataggio del santuario.
"Non siamo indifferenti al problema - commenta il sindaco di Bevagna, Enrico Bastioli - siamo riusciti a ottenere fondi (24mila euro) per effettuare questi sondaggi sul terreno e attualmente ci troviamo in una fase importante per capire come è possibile muoversi.
Il Comune su questo fronte mantiene alta l'attenzione, così come in passato si è impegnato a raccogliere le istanze dei cittadini e a sostenerle."
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